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« La grâce de montrer son âme dans le vêtement » Scrivere di tessuti, abiti, accessori. Studi in onore di Liana Nissim
Marco Modenesi, Maria Benedetta Collini, Francesca Paraboschi
- Ledizioni
- 15 Janvier 2020
- 9788855260572
Eminente francesista, Liana Nissim ha dedicato la sua intensa attività di ricerca al XIX secolo, in particolare a Gustave Flaubert e Stéphane Mallarmé. I suoi studi si sono concentrati anche sulle letterature francofone dell'Africa Nera e del Québec, che ha contribuito a introdurre in Italia e a diffondere su scala internazionale. Questo trittico di volumi «La grâce de montrer son âme dans le vêtement». Scrivere di tessuti, abiti e accessori illustra e approfondisce in molteplici direzioni una tematica a lei cara e ampiamente presente nei suoi lavori. Tramite la ricchezza delle metodologie e delle prospettive critiche, la comunità scientifica che ha condiviso con lei la passione per la ricerca e la dedizione alla vita universitaria vuole renderle un omaggio riconoscente.
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Nei ruggenti anni Cinquanta, in pieno miracolo economico, quando i benefici indotti dal boom liberavano risorse in grado di affacciare alla cultura un nuovo, grande pubblico, Alberto Martini, appena laureatosi a Firenze con Roberto Longhi, si avviava al mestiere di storico dell'arte. Una disciplina che di lì a pochi anni il giovane avrebbe rivoluzionato, almeno dal punto di vista della ricezione divulgativa, entrando nelle case degli italiani grazie ai mitici «Maestri del Colore» Fabbri Editori, distribuiti in edicola a 350 lire a fascicolo, sessanta milioni venduti solo in Italia. Progetto che gli aveva permesso di girare il mondo e di accumulare una serie di contatti con direttori e funzionari di musei, in un raggio d'azione internazionale: strabilianti viaggi, su e giù da un aereo all'altro, per dirigere le campagne fotografiche, finalmente a colori, delle opere da riprodurre nella fortunata collana. Al grande cantiere divulgativo aveva affiancato rilevanti studi scientifici, dalle indagini sul Trecento riminese alla chiarificazione delle tappe nella carriera giovanile di Bartolomeo della Gatta. A Milano dal 1958, al fianco di Franco Russoli aveva conosciuto in Brera un'intera generazione di pittori e scultori, amicizie che si sommavano ai rapporti intrapresi negli anni precedenti in Romagna con gli artisti bolognesi, con Giorgio Morandi, ma anche con Mattia Moreni o con Ben Shahn; mentre dal 1962 Martini avrebbe instaurato un legame profondo con Alberto Giacometti, sul quale avrebbe messo a fuoco, di lì a poco, l'analisi più acuta e lucida espressa fino a quel momento dalla critica italiana. Il volume offre una biografia intellettuale del personaggio, con documenti e carteggi inediti, ripercorrendo le tappe della sua pur breve carriera (Alberto Martini scompare infatti a soli trentaquattro anni in un incidente d'auto), scandita dalle poliedriche esperienze che un giovane storico dell'arte intraprendente poteva accumulare nell'Italia prolifica degli anni del boom economico, radio e televisione comprese
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Alessandro Baudi di Vesme e la scoperta dellarte in Piemonte
Alessandra Giovannini Luca
- Ledizioni
- 9 Octobre 2019
- 9788855260091
Come Adolfo Venturi e Corrado Ricci, Alessandro Baudi di Vesme (1854-1923) appartenne all'ultima generazione di studiosi e funzionari autodidatti che lavorò, tra Otto e Novecento, al delicato processo di affermazione della disciplina storico-artistica in Italia. Storico direttore della Regia Pinacoteca di Torino e primo soprintendente alle gallerie e agli ggetti d'arte del Piemonte e della Liguria, Vesme affiancò ai propri impegni istituzionali un'intensa attività di studio della cultura figurativa locale con uno sguardo privilegiato sulle vicende della pittura del Quattro e Cinquecento, in pieno allineamento agli indirizzi del dibattito storiografico europeo di quegli anni. Sottese da una prospettiva di riabilitazione culturale volta a riscattare la regione subalpina dal novero delle periferie dell'arte, quelle indagini diedero vita a un progetto di edizione filologica delle fonti che ancora oggi è considerato il riferimento documentario per eccellenza nell'ambito della storia delle arti in Piemonte: le Schede Vesme, pubblicate postume tra il 1963 e il 1982. Il volume ripercorre il profilo critico e professionale del loro estensore attraverso il filo dell'interazione reciproca tra i piani di ricerca e le iniziative di tutela da lui promosse, rapportando e legittimando le sue esperienze individuali alla luce del confronto con gli interlocutori italiani e stranieri e le istanze, i metodi e le peculiarità del contesto piemontese.